Marcello Coco nasce nel ’59 ultimo di cinque figli; in casa la musica arriva dal padre che si commuove ascoltando la musica lirica e dai fratelli e sorelle più grandi che impazziscono per Beatles & company.
La presenza di strumenti come la fisarmonica o la chitarra basso suonata dal fratello lo avvicina alla realtà dei suoni ed all’età di dodici anni suona il basso elettricoin bands da “cantina” formando un gruppo rock decisamente all’avanguardia per i tempi (si chiamavano i
“The Bastards”, tanto per intenderci…).
L’arrivo in casa di una chitarra acustica determinerà la scelta finale, trovando le possibilità vocali di questo strumento più affini alla necessità d’espressione; la successiva scoperta della chitarra classica lo spingerà allo studio autodidatta.
Terminato l’arruolamento obbligatorio lavora come musicante nei villaggi turistici europei alternando il lavoro con lo studio dello strumento.
L’interesse per la chitarra jazz è il passo successivo e frequenta i corsi tenuti dai maestri Luigi Tessarollo e Pino Russo presso il “Centro Jazz di Torino”.
E’ agli inizi degli anni novanta che durante un seminario tenuto da Joe Diorio a Sondrio incontra Marco Parodi, promotore di un progetto di jazz acustico d’impronta manouche chiamato “Djangology”; con esso suoneranno nei jazz club italiani e parteciperanno a festivals come quello
di Cagliari nel 1999 e Pinerolo nel 2001.
Frequenta seminari di John Scofield, Bill Frisell, Tal Farlow.
Con la cantante Giovanna Ceste e il batterista Mel Contino, forma il trio
“Gio e Co quadri sonori d’autore”, con un repertorio misto di brani Jazz,
blues, brasiliani e canzoni d’autore e il repertorio “In The Food,
la Musica è Servita” dove tutti i brani hanno
come tema comune il cibo.
È fondatore dello “Sconfino Manouche Trio” con Tatiana Korelskaia
al violino e Andrea Caputo alla chitarra.